La canapa nella legislazione della Slovenia La legge slovena in materia di canapa e cannabis

Posizione Paese
Nella graduatoriariportata dall’European Industrial Hemp Association (EIHA) per l’anno 2016, la Slovenia ha piantato 500 ha di canapa (nello stesso anno il 3% della produzione agricola è rappresentato dalle colture industriali, con un amento dello 0,5% rispetto al 2015). Secondo l’Associazione slovena per l’Economia energetica (SAEE, affiliata alla IAEE), nel 2015 gli ettari erano 700. È tuttora in corso un Progettodi studio triennale a finanziamento statale (Ministero dell’Agricoltura e Agenzia nazionale per la Ricerca scientifica) per l’implementazione della coltura nel Paese. Il Progetto avrà termine il 30 settembre 2019.
Giro di affari
Non si dispone, al momento, di un insieme di dati sufficientemente verificabili. Secondo la SAEE, il reddito medio annuoper ettaro coltivato a canapa varia dai 1400 ai 1700 euro.
Sistema industriale e commercio
Il successo della canapa industriale si colloca a valle dell’ingresso della Slovenia nell’Unione Europea, avvenuto il primo maggio 2004, che ha comportato l’adozione degli standard contenuti nella normativa comunitaria (varietà ammesse, limiti di THC, aiuti ai coltivatori). Come per altre realtà continentali, si tratta di una coltura storicamente ‘familiare’ per il Paese, che oggi appare destinata, nei suoi impieghi multipli, a un potenziamento, con prospettive politico-economiche di stabilità e di durata.
La canapa da fibra, in continuità storico-geografica col passato, è coltivata soprattutto in Pomurska(Murania), Regione culturale nord-orientale della Slovenia, a Nord del fiume Mura.
In Slovenia sono considerate varietà adatteal territorio: ‘Finola’ (finlandese, più adatta per il seme, precoce, con una fase vegetativa di 100-110 giorni), ‘USO 31’ (ucraina, da seme e da fibra, precoce, fiorisce a fine luglio; periodo di vegetazione: 110-115 giorni), la francese ‘Fedora 17’ (da fibra e da seme, fiorisce ai primi di agosto: periodo di vegetazione: 130-140 giorni); ‘Santhica 27’ (varietà francese più adatta alla fibra, raccolta a settembre); ‘KC Dora’ (varietà ungherese, da seme e da fibra, germoglia entro 140 giorni dalla semina), ‘Complex hybrid TC’ (varietà ungherese, da seme e da fibra; il contenuto di fibre è inferiore a quello di ‘Kompolti’ o ‘Uniko-B’, ma la qualità e la resistenza sono più elevate; dopo 115 giorni, può essere raccolta).
La Cooperativa Konopko, con sede a Frankolovo (Vojnik, Slovenia orientale), è nata nel giugno 2014 dall’iniziativa congiunta di produttori e ricercatori,sostenuti da pubbliche istituzioni ed enti privati, con il fine di promuovere uno scambio di conoscenze e di espandere il mercato nella canapa a partire da progetti di sviluppo urbano e rurale. L’attività sociale interessa moltissimi settori: edilizia sostenibile(compositi e pannelli), risanamentodei terreni contaminati da metalli pesanti(test sperimentali effettuati nel bacino di Celje, in Bassa Stiria), mercato alimentare(prodotti a base di farina integrale, olio di semi, latte e infusi vegetali), industria tessile, cosmetica ed erboristica(olio essenziale, distillati di fiori e foglie), prodotti innovativicome bio-plastiche e fitosanitari(ricerche sul possibile impiego dell’idrolato di canapa, in collaborazione con l’Istituto nazionale di Scienze agrarie – KIS). Konopko fornisce le sementi ai propri membri a prezzi vantaggiosi,garantendo loro un abbattimento dei costi di produzione(con la condivisione di impianti e macchinari) e servizi di assistenza legale e consulenza agli agricoltori. La Cooperativa è attiva anche nella ricerca per la produzione di carta di alta qualità – un retaggio storico nazionale – in collaborazione con VIPAP(uno dei principali produttori europei di carta da giornale, da ufficio e da imballaggi), e con l’Istituto per la Cartadi Lubiana(utilizzo di biopolimeri per l’industria – Progetto ‘Poly4Emi’). Inoltre, al fine di garantire la qualità dei prodotti e il rispetto dei requisiti stabiliti a livello europeo, l’équipe scientifica di Konopo effettua test di laboratorio sui cannabinoidi impiegando tecniche di analisi strumentale per l’estrazione e la separazione (cromatografialiquida e gassosa, associata a vari sistemi di rilevazione), con il supporto dell’Istituto di Ricerca ecologica ERICo– acquisito nel 2017 da Eurofins Corporation e con sede a Velenje, nella Slovenia nord-orientale.
Tra i principali partner della Cooperativa (oltre agli enti già citati), citiamo il CAAPdi Maribor (Marburgo), un’Associazione nata nel novembre 2012 intorno a un progetto aperto di auto-sostenibilità economica e ambientale su base locale, e Pomurski Sejem, società specializzata nell’organizzare e gestire fiere ed eventi internazionali su vari temi (alimentazione, agricoltura, ambiente, energia e innovazione industriale).
A livello europeo, oltre alla stessa Konopko, tra gli associati all’EIHAtroviamo Cannamedis, Srl di Lubiana che impiega semi certificati (coltivati in Croazia su un’area di 300 ha), foglie e fiori di cannabis per la produzione e il commercio di integratori alimentari ‘naturali’ contenenti CBD, e STENG, società che opera , dal 1997, in collaborazione con l’Università di Maribor nel campo della trasformazione energetica legata alla prevenzione del rischio ambientale.
Tessuto sociale
Introdotta nei Balcani occidentali nel Cinquecento e diffusa nel XIX Secolo – quando la Slovenia era un territorio dell’Impero austro-ungarico -, la canapa era coltivata in Carniola, Stiria, Carinzia e Prekmurje (Oltremura), storica provincia nord-orientale ricompresa nella Murania, dove, grazie a questa coltura, impiegata come risorsa fondamentale per il fabbisogno domestico e la manifattura dei tessuti, i contadini riuscirono a sopravvivere nei tempi di crisi. Con la transizione industriale di fine Ottocento, il 90% della carta slovena era prodotta con la canapa, mentre già nel 1884, presso Leskovca (nei pressi di Laško), fu avviata una fabbrica di funi.
In Jugoslavia, nel periodo dal 1931 al 1935, la quota di aree coltivate a canapa aumentò del 60% e il Paese divenne uno dei maggiori produttori ed esportatori mondiali (60.000ha nel 1948). Ai tempi del socialismo ‘autogestionario’, questa tendenza, invertendosi in Serbia, Bosnia ed Erzegovina, dapprima si mantenne in alcuni centri della Vojvodina e della Croazia, con maggiori criticità a partire dagli anni ’60. Per ragioni di mercato e per le vicende politiche che interessarono la regione balcanica, la produzione diminuì nei decenni successivi per scomparire totalmente a metà degli anni ’90.
L’attuale rilancio della coltura in Slovenia, pur con tutti i richiami alla tradizione, è l’esito dell’incontro recente tra iniziative locali(associative e imprenditoriali) e politiche di sviluppo inserite nel più ampio contesto istituzionale europeo.
Nel Paese, secondo i dati forniti dall’Osservatorio europeosulle droghe, il 15% dei giovani tra i 15 e i 24 anni consuma cannabis(6,9% tra i 25 e i 34 anni), anche se il consumo di alcol tra gli adolescenti supera quello delle altre sostanze(il doppio della cannabis, mentre le NPS sono quasi assenti). Prima della parziale depenalizzazione del consumo personale di cannabis (psicoattiva, intervenuta nel 2008, la maggior parte della sostanza venduta in Slovenia era di provenienza albanese dall’Albania. Attualmente l’80-90% della marijuana risulta prodotta direttamente in territorio sloveno.
Mentre la cannabis rimane illegale nel paese, il numero di persone malate che la utilizzano per trattare i propri sintomi è cresciuto in misura esponenziale, all’insegna dei suggerimenti del canadese Rick Simpson, inventore di un estratto cannabico. Il feedback positivo di questi pazienti ha raggiunto sia il mondo della ricerca che i medici sloveni e non sono tardate le istanze rivolte al Ministro della Sanità da parte di diverse realtà associative.
Nell’ottobre del 2016, l’Ordine dei medici ha avviato una discussione sui farmaci cannabinoidi all’interno della Commissione Sanità del Parlamento sloveno. Tutti gli 11 membri del comitato si sono pronunciati a favore della rimozione della cannabis dalla lista delle sostanze pericolose e della riclassificazione del THC in vista di un suo utilizzo medico-terapeutico ‘non eccezionale’e coperto dall’assicurazione sanitaria pubblica.
Normativa di riferimento
Diritto internazionale
Convenzione Unica delle Nazioni Unite sugli stupefacenti– 1961 (ratificata dalla Jugoslavia il 27 agosto 1963; successione: 6 luglio 1992) e relativo Protocollodel 1972 (ratificato dalla Jugoslavia il 23 giugno 1978; successione: 6 luglio 1992)
Convenzione ONU sulle sostanze psicotrope– 1971 (ratificata dalla Jugoslavia il 15 ottobre 1973; successione: 6 luglio 1992)
Convenzione ONU contro il traffico illecito di stupefacenti e di sostanze psicotrope– 1988 (ratificata dalla Jugoslavia il 3 gennaio 1991; successione: 6 luglio 1992)
Diritto dell’Unione Europea
Regolamento(CE) n. 1251/1999 (limite europeo di THC da 0,3% a 0,2%)
Regolamento(CE) n. 2860/2000 (coltivazione di canapa da fibra)
Direttiva2002/53/CE (disciplina il Catalogo delle varietà di piante agricole)
Catalogo comune(varietà delle specie di piante agricole)
Regolamento(UE) n. 1307/2013 (contributi PAC; THC < 0,2%; varietà ammesse secondo il Registro europeo)
Regolamento(UE) n. 1308/2013 (regime di sostegno per la coltivazione dei prodotti agricoli)
Diritto interno
Legge sulla produzione e il traffico di sostanze illecite– 1999
Modifiche alla Leggesulla produzione e il traffico di sostanze illecite – 2000
Regolamentoministeriale sulle condizioni per ottenere l’autorizzazione per la coltivazione della canapa – 2011 (Ministero dell’Agricoltura) Modifiche al Regolamentoministeriale (autorizzazione alla coltivazione della canapa) – 2015 Regolamentoministeriale (modifica) per uso della cannabis medica – 2014 (Ministero della Sanità)
L’ordinamento nazionale
Canapa industriale
Nel 2011, a 7 anni dall’ingresso nell’UE, la Slovenia definisce una prima regolamentazione per la coltivazione della canapa industriale seguita, nel 2015, da integrazioni relative alla fornitura dei semi. La disciplina rispecchia il sistema di autorizzazioni e il rilascio di licenze nei limiti stabiliti dalla normativa europea(THC < 0,2%, varietà autorizzate). Per superfici di estensione superiore a 0,1 ha, per coltivare canapa in Slovenia è necessario presentare domanda(secondo le consuete formalità relative alle aree dichiarate, alle varietà piantate e all’etichettatura dei semi) e ottenere il rilascio di una licenza da parte del Ministero dell’Agricoltura.
Aspetti penalistici
In base alla legge penale del Paese, dopo l’intervenuta depenalizzazione, il possesso di cannabis o di qualsiasi altra sostanza illecita(a prescindere dalla sua quantità) è soggetto a una sanzione pecuniaria(amministrativa) compresa tra 200 e 265 euro, ridotta a 40 – 200 euro per una «quantità minore per uso personale occasionale». Nei casi di consenso volontario al trattamento o alla riabilitazione, la sanzione può essere cancellata o ridotta.
Cannabis medica
Con l’elaborazione di una proposta approvata (con molti limiti) dal Ministero della Sanità il 14 giugno 2014, il governo sloveno ha ri-classificato i cannabinoidi come sostanze illegali inscritte nella Tabella II– anziché I – consentendone l’uso medico(con l’esclusione dei fiori di cannabis). Attualmente, nel Paese sono 160 i pazienti che hanno accesso a trattamenti a base di THC sintetico (Marinol).
Nel dicembre del 2016, il Ministero della Salute ha presentato un DDL in previsione di una disciplina più organica della cannabis medica. In base al contenuto del provvedimento, i pazienti potranno accedere a preparati a base di infiorescenze, estratti e varianti sintetiche prescritte da un medico specificamente autorizzato, l’auto-coltivazione rimanendo una condotta illecita. Ad oggi, benché il tema sia dibattuto a livello istituzionale come in ambito sanitario e associativo, la Slovenia non dispone ancora di questo strumento legislativo.
A marzo dello scorso anno, il Ministero della Sanità ha promosso uno studio sull’efficacia della cannabis nel trattamento delle forme di epilessia infantile.